Omaggio a Gene Hackman: Le riserve

 «La grandezza, per quanto breve, un uomo la porta sempre con sé.»

(Coach Jimmy McGinty)


Non potevamo di certo glissare, da queste parti, sulla dipartita del sommo Eugene Allen Hackman in arte Gene, scomparso con la moglie e con uno dei suoi cani in circostanze ancora non del tutto chiarite. La citazione posta qui sopra funziona come epitaffio ultimo e insostituibile di una gloriosa carriera che ci ha accompagnato dagli anni ottanta fino al 2004, anno in cui l'attore originario di San Bernardino, California decise di appendere i metaforici guanti al muro dopo la sua apparizione in Due candidati per una poltrona di Donald Petrie, forse sconvolto per aver dovuto dividere il cartellone con il Ray Romano di Tutti amano Raymond, una commedia brillante, piò o meno, che nonostante il titolo affibbiatole dalla distribuzione italiana, aveva ben poco di Landis e un bel po' di tedio.


Tutto questo per dire che Gene è stato uno degli attori che più ci hanno intrattenuto e accompagnato nel nostro percorso di cinefili un poco snob e attratti da stranezze e puttanate varie che facevano contorcere i musi lunghi di professori, amici e parenti in maschere da Freaks, quando invece la visione delle pellicole con protagonista il Nostro, ci (ri)portavano di peso nel regno dei piedi per terra grazie ad interpretazioni sobrie e misurate che ci ricordavano come il cinema, quello vero, trovava appoggio e quadratura sulla spalle di giganti come Hackman, in grado di passare con grande disinvoltura da Gangster Story a Frankenstein Jr., da Target - Scuola omicidi a Fratelli nella notte.

Rispolveriamo, quindi, un vecchio film d'antiquariato (non potevamo di certo infilare una recensione de Il braccio violento della legge), ormai vetusto e incline ad una pratica di rimozione che sembra avere contaminato tutto il modernariato hollywoodiano ormai totalmente incapace di proporre prodotti d'intrattenimento in grado di avvicinarsi a quello che una volta si chiamava "genere".

Le riserve (2000), in originale The Replacements che funziona ancora meglio nell'ottica di riciclo della figura del loser o perdente, girato da Howard Deutch, colui che riuscì a girare per ben due volte la stessa sceneggiatura del grande John Hughes con Bella in rosa e Un meraviglioso batticuore, riuscendo a modellare due capolavori della commedia teen made in U.S.A. o come cazzo volete chiamarla, è un perfetto bigino del cinema sportivo più levigato e anestetizzato, quasi sfacciato nella sua leggerezza voluta ed esibita senza vergogna, che ci pone di fronte ad un grosso dilemma, ovvero era più figa la Head Cheerleader Brooke Langton (da Melrose Place) o le due sexy (per non dire altro) cheerleaders ex stripper Caroline Keenan e Sarah Ann Morris?


Ai posteri, come si dice, l'ardua sentenza poiché il plot semplice, stirato e inamidato da Vince McKewin, dimostra ancora una volta come gli "americani" siano da sempre e per sempre i numeri uno sul podio del cinema sportivo, perché quando si tratta di imbastire storielle edificanti sullo spirito di squadra, l'abnegazione e l'american way of life che ha trovato terreno fertile da Rocky in poi, raccogliendo i frutto del raccolto però durante l'epoca d'oro del High Concept Movie, ovvero gli anni ottanta del capolavoro Flashdance, possono vantare una sfacciataggine difficilmente replicabile da qualunque cinematografia del globo.


La storia dei Washington Sentinels, o meglio, delle riserve dei Washington Sentinels, chiamati a sostituire i titolari assenti per via di uno sciopero (una vicenda ispirata a circostanze realmente accadute) riassume quindi tutti i tratti necessari di una commedia in cui i caratteri principali, dipinti con gli acquarelli, rispondo meccanicamente alle aspettative di quello che gli executives ritenevano il pubblico chiedesse a una pellicola "sportiva". Un po' di dramma, agonismo non troppo compulsivo, antagonisti antipatici e una storiella d'amore.

E chi poteva portare sulle spalle la coscienza morale di tutta quanta l'impalcatura sportiva se non il prode Gene, armato di Fedora e spirito di ferro, accompagna per mano i cialtronissimi giocatori di rimpiazzo, fino al finale agrodolce in cui non tutto va per il verso giusto, licenziando una performance tutta giocata su mezzi toni, sorrisi di incoraggiamento ed un carisma a stento trattenuto che ci riporta al magnifico Colpo vincente (1986) di David Anspaugh, in cui i risvolti anche sgradevoli del personaggio, un allenantore di basket puro e fin troppo duro, non scalfivano affatto il fascino del mastino della guerra impegnato sulla panchina e non più sul fronte.

Una masterclass in acting che ci lascia ancora più tristi come al solito, lo ripetiamo sempre ogni volta che muore uno dei nostri beniamini, ma non meno sinceri. E, per una volta, possiamo esimerci dal citare tutti gli altri protagonisti.

So long. Mr. Hackman

Domenico "Belushi" Burzi



Le Riserve

Anno: 2000

Regia: Howard Deutch

Interpreti: Keanu Reeves, Gene Hackman, Brook Langton, Jack Warden, Rhys Ifans, Orlando Jones, Jon Favreau.

Durata: 118 min.






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