L'albergo in Vincent Street

 L'albergo in Vincent Street non è proprio un film amato. Le recensioni su imdb, ma anche dei critici che lo videro all'epoca sono concordi a definirlo “ridicolo”, “poco riuscito” e, con l'unico pregio di avere portato a segno, “un bel colpo di scena finale”. Invece questa pellicola si rivela essere un solido thriller d'azione, non dissimile come idee da La casa in Hell street di Winner/Holland, soprattutto per quel “lepre” che vede la protagonista passare da vittima a cacciatore. Con esiti cinematografici decisamente migliori, aggiungiamo.

Più di un debito ovviamente lo si paga al classico Terrore cieco (See No Evil) di Richard Fleisher con una strepitosa Mia Farrow nei panni di una non vedente in balia di un misterioso assassino nella sua grande villa.

Qui invece abbiamo una più modesta Shelley Hack nei panni di una receptionist inell'albergo del titolo italiano, una struttura caduta in disgrazia e da lì a poco per essere abbattuta. Sullo sfondo un poliziotto molto timido, innamorato di lei, che non riesce a dichiararsi, e un vecchio collega con la passione per la pizza con le acciughe, elemento questo all'apparenza irrilevante ma che scatenerà la caccia all'uomo culmine della pellicola. Giuro.



Detto così, con l'aggiunta ovvio che la ragazza è cieca, sembra aprire le porte ad un film dell'orrore, sul modello magari di Amityville horror, ma invece L'albergo in Vincent Street è un film mutaforme, passa con disinvoltura a diversi generi: il thriller ovvio, l'home invasion, ma anche il noir sul finale. La sceneggiatura di Alan D. Altieri, qui con il suo nome Sergio Altieri, romanziere e traduttore lombardo di una certa fama, non è peregrina e riesce a giostrare bene le poche idee in un film che regge bene la tensione fino alla fine,

La nostra Shelley Hack, mediocre interprete, dovrà vedersela con tre sanguinari rapinatori rifugiatisi nell'albergo di notte e intenti ad uccidere chiunque si pari sulla loro strada. Peccato che la nostra eroina conosca a memoria la struttura e, a luci completamente spente, sappia muoversi meglio dei suoi aguzzini. Non sarà facile per i malviventi sopravvivere alla notte.

Il trio di criminali è interpretato dalla rossa Heidi von Palleske, che vedremo soprattutto in Inseparabili di Cronenberg, dal televisivo Jack Langedijk (Darkman II - Il ritorno di Durant) ma soprattutto dall'ottimo Kim Coates. Il futuro interprete di Sons of anarchy qui è scatenatissimo: passa dalla calma all'isteria in un attimo, sembra uno schizzatissimo personaggio alla Tarantino, un Mister Blond o un Richard Gecko ante litteram. È lui che capisce da una semplice pizza, metà acciughe e metà margherita, che non sono soli nell'albergo. Un genio, una mente sprecata che si butta però in turpi omicidi: prima quello di due portavalori come fossimo all'inizio di The heat – La sfida di Michael Mann, poi ammazzando un povero vecchietto strangolandolo. Solo che, per parafrasare un altro grande classico del film sui non vedenti cazzuti, Furia cieca, “nell'oscurità” lei “può vederti”. Cosa non sottovalutabile come vantaggio.

Tom Berry gira bene in una carriera che, a parte l'interessante Amitiville il ritorno, sempre con il fidato Kim Coates, lo vedrà soprattutto come produttore. Non lo aiuta però la fotografia di Rodney Gibbons, troppo scura, ai limiti del vedibile, soprattutto nell'unica versione tramandata da noi, la vhs Columbia che, tra l'altro, ha un buonissimo doppiaggio.

L'albergo in Vincent Street poi negli ultimi minuti getta la sua mano d'assi: un colpo di scena assolutamente imprevedibile che porta la vicenda sui binari dei vecchi noir anni 40/50 con una figura di donna/femme fatale fortemente manipolatrice.



Peccato che questa pellicola, girata in Canada, sia arrivata da noi solo in vhs perché avrebbe meritato più visibilità. Negli States la troviamo in un'uscita dvd che la vede dividere, in una qualità video mediocre, la scena (la formula 2 film nello stesso disco) con Caccia al serial killer (Bone Daddy), thriller del 1998, manco fatto apposta con l'altro grande cieco stracazzuto del cinema, Rutger Hauer.

Lo sceneggiatore Altieri, dopo aver firmato il poco entusiasmante Silent Trigger con il divo action Dolph Lundgren su regia di Russel HighlanderMulcahy, si butterà nelle fiction tv italiane, ma soprattutto, come già detto, in una più interessante carriera di scrittore e traduttore. Morirà per un infarto, nella sua Milano, nel 2017, a 65 anni. L'albergo in Vincent Street è la sua sceneggiatura più valida.

Andrea K. Lanza



L'albergo in Vincent Street

Titolo originale: Blind fear 

Anno: 1989 Genere: thriller 

Regia: Tom Berry 

Interpreti: Shelley Hack, Jack Langediijk, Kim Coates, Heidi von Palleske, Jan Rubes, Ron Lea, Gèza Kovàcs, Nicholas Kilbertus, Derek Bradshaw, Larry Schwartz, Daniel Nalbach

Durata: 98 min.








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