Tre matti in un collegio femminile
Delinquent School Girls è un filmaccio di pura exploitation di quelli fatti apposta per fare inorridire gli apostoli dei Cahiers du Cinéma. Non tanto per quello che mette in scena, ma piuttosto per l'aria scanzonata (quasi con punte di commedia slapstick) che si respira per tutto il metraggio. E parlando di un film in cui tre maniaci sessuali evasi dal manicomio si scatenano in una sorta di ballo di San Vito con le ragazze ospiti di una scuola correzionale, si può facilmente capire come la correttezza politica non sia di certo il piatto principale servito da Corarito (The Sadistic Hypnotist), elemento non particolarmente apprezzato anche dalla censura italiana che lo respinse di petto al momento della sua prima valutazione nell'agosto del 1975, ancora con il titolo Tre evasi in un collegio femminile. Ripresentato nel gennaio del 1976 come Tre Matti in un collegio femminile, alla pellicola fu concesso il nulla osta definitivo solo il 1 febbraio dello stesso anno a monte di tagli e modifiche; tuttavia la TCX farà di peggio con la distribuzione del film in VHS nei primi anni ottanta, devastandolo con una versione di soli 58 minuti, a monte degli 89 originari, piazzandogli un titolo come Carnal Madness che potrebbe far pensare all'aggiunta di inserti hard ma che di fatto eliminava quasi tutto il primo tempo con gli evasi a casa di George "Buck" Flowers.
Se state pensando ad una cosa come L'ultima casa a sinistra siete proprio fuori strada, poiché i tre protagonisti sembrano quasi una versione oscena di The Three Stooges per cui le scene di violenza non risultano mai disturbanti o disgustose ma solo un pretesto per mostrare le attrici seminude, regalando al pubblico da drive-in un certo quantitativo di sequenze squisitamente deliranti nella loro follia, vedi la partita notturna di pallavolo (?) interrotta dai tre debosciati che costringono le due ragazze ad una combattimento nel fango, l'unico blando richiamo al film di Wes Craven, volontario o involontario che sia, reso ancora più spiazzante dalla fotografia di Louis Horvath (collaboratore storico di Al Adamson) che camuffa il tutto con il look rassicurante di un telefilm anni settanta.
Gli intenti satirici di Corarito sono evidenti, il collegio in realtà non è molto diverso dall'ospedale psichiatrico e le ragazze sono pazze quanto (se non più) dei matti "istituzionalizzati", un gay, un "fratello" ed un attore fallito che nel finalissimo tenta di organizzare un numero alla Bubsy Berkeley durante una lezione di karate. Capito? Lo statuto cultuale che (più o meno) circonda la pellicola è dovuto soprattutto al cast, con il trio di folli evasi coperto da caratteristi apparentemente insospettabili, vale a dire il regista/attore Michael Pataki (proprio lui, il boss di Ivan Drago in Rocky IV), lo stuntman Robert Lee Minor, mitico stunt double di Jim Brown, John Amos, Carl Weathers e presenza fissa in svariati blaxploitation movies dei settanta (Blacula, Coffy, The Legend of Nigger Charly ma la lista è lunghissima) più il grande Stephen Stucker futuro membro del Kentucky Fried Theater già pronto per la sua mai dimenticata performance in L'aereo più pazzo del mondo (1980) e seguito, scomparso a soli 38 anni nel 1986.
In evidenza la bella rossa Sharon Kelly/Colleen Brennan già attiva in ambito sexploitation (l'immarcescibile Sassy Sue di Bethel Buckalew, poi con Russ Meyer e in due Ilsa movies, tra le altre cose) prima del suo trionfale ingresso nell'Hard, in grado di ritagliarsi un simpatico ruolo di karateka in mezzo al gruppo di gradevolissime anonime del trecento che compongono il cast, con menzione speciale per Roberta Pedon e Nika Movenka, quasi tutte provenienti dalla fucina dell'American Art Enterprises (AAE). .
Domenico Belushi Burzi
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