Chi è entrato nella mia casa?
Si legge sul retro della vhs di Chi è entrato nella mia casa? (1987):
"Dopo La casa di Helen e Chi è sepolto in quella casa? il terzo film dallo stesso produttore". Si come no. Il creatore dei 2 The house era Sean S. Cunningham, regista di un pugno di horror, thriller e vacanzieri non male, tra i quali Venerdì 13, inutile dire che con questo film non ebbe niente a che fare. Come d'altrocanto il vero produttore, Louis George (segnato sulla vhs come regista!), fece, nella sua breve carriera, poche cose, di scarso interesse, e mai al livello di un horror pieno di effetti speciali come Chi è sepolto in quella casa. Un The house 3 fu girato davvero però da James Isaac, su produzione naturalmente di Sean S. Cunningham, ed uscì da noi come La casa 7, nel 1989. Non era di certo Chi è entrato nella mia casa? però. Per fortuna aggiungo.
La vhs Playtime di Slaughterhouse rock (titolo originale dell'opera) per anni fu una chimera ambita. La copertina con una specie di simil demone baviano e questa villona disegnata subito sotto, un po' alla maniera dei grandissimi apocrifi di Aristide Massaccesi tipo La casa 3 - Ghosthouse, stimolava l'animo un po' nerd del fan, me compreso. Poi, se devo dirla tutta, la frase di lancio che ipotizzava questo fosse un nuovo The house, e non avendo all'epoca un internet onnisciente come ora, mi aveva messo in crisi non poco.
Solo che, almeno nelle 400 videoteche tra Lombardia e Liguria che bazzicavo, di Chi è entrato nella mia casa? non c'era l'ombra pur avendo visto la pubblicità su una rivista d'epoca, credo la defunta Top video guida. Poi un giorno all'Iper di Varese la trovai in un cestone, sarà stato il 2000, e la comprai tutto felice al prezzo di 9 mila e 900 lire, ma dentro ci trovai registrato il terribile Demoni 3 di Umberto Lenzi. Mai delusione fu più cocente e per anni, fino al 2010, favoleggiai di quanto doveva essere figo quest'horror su una casa maledetta con demoni e sangue. Poi lo acquistai (senza Demoni 3) su ebay e mi maledii da solo. Anche perché, a dirla tutta, non c'era neppure una casa maledetta in quest'opera, ma l'ex prigione di Alcatraz come sfondo. Non parliamo poi del sangue e di una "fantasiosa e ricca serie di effetti speciali veramente coinvolgenti" come preannunciava la vhs.
La copertina originale di Slaughterhouse rock infatti ha il demoniaccio, ma sotto di lui c'è una prigione, cosa che non dovette sembrare molto commerciale al distributore italiano: quindi, con una modifica leggera alla cover e il titolo simile a Chi è sepolto in quella casa? di Steve Miner, il film ora assomigliava ai tanti cloni de La casa di Sam Raimi (con tanto di C a falcetto), perfetto per il cestone da centro commerciale.
Sul retro della vhs è presente inoltre un curioso visto censura VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI datato Settembre 1990, ma non credo proprio che Chi è entrato nella mia casa? beneficiò di un'uscita in sala, visto anche il doppiaggio da terzo mondo tipico degli straight to video italiani.
Chi è entrato nella mia casa? è abbastanza stupidello e mal fatto, siamo schietti fin da subito, e non riesce mai, dico mai, a convincere o appassionare, malgrado qualche timido nudo inserito a forza per destare l'attenzione. Stupisce che uno scenario tanto suggestivo come l'isola di Alcatraz sia così mal sfruttato, soprattutto alla luce di capolavori passati come Fuga da Alcatraz di Don Siegel, ma anche cazzatine spettacolari tipo il The Rock di Michael Bay. Eppure sarebbe bastato poco per girare un horror d'atmosfera, che so una buona sceneggiatura o una messa in scena per lo meno accettabile, ma sono cose che purtroppo Slaughterhouse rock non prova neanche ad avere. Tutto è confuso, mal sviluppato e abbastanza cretino, peccato perchè almeno all'inizio un paio di momenti visionari, pur se massacrati da pessimi effetti speciali, potevano far presagire un B movie dignitoso. Ma come fare a prendere sul serio un horror che racconta con rara cretineria una storia dove i protagonisti compiono scelte sceme che li portano a morte certa quando magari la salvezza era dietro la porta?
La trama è oltre il delirante tanto che sembra inventata da un'intelligenza artificiale tipo CHAT GPT.
Un giovane di nome Alex vive in una casa con un gruppo di amici cannaioli e un fratello più figo che ogni sera si fa una una ragazza diversa con la stessa disinvoltura con la quale tracanna le birre. La notte ha incubi dove vede una specie di mostro vestito da soldato (reminescenze del primo The house di Miner?) che lo insegue in un corridoio stretto pieno d'acqua e topastri per poi ucciderlo orribilmente. Visto che le sue urla tengono svegli i coinquilini, il ragazzo, con la complicità di una tipetta incontrata cinque secondi prima e già sua fidanzata, si reca da una professoressa della sua Università (medium a tempo perso), la quale gli rivelerà seriosa qual è la fonte dei suoi problemi, ovvero l'isola di Alcatraz, aggiungendo che l'unico modo per stare meglio è andare lì ad affrontare un sanguinario mostro. Tutti decidono quindi, trallallero trallalà, che è meglio non aspettare il giorno e recarsi subito, con una barchetta a remi, sulla famigerata ex prigione a farsi mordere le chiappette dai demoni di turno.
Ed è proprio qui che comincia il delirio vero e proprio, roba che il girato prima sembra davvero un Kubrick di ineffabile logica narrativa.
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