Luca il contrabbandiere

La rinascita di Lucio Fulci dalle ceneri di un pugno di flop era appena avvenuta con Zombi 2, poco per renderlo un maestro dell'horror splatter, ma molto presto sarebbero arrivati capolavori come Una villa accanto al cimitero, Paura nella città dei morti viventi e L'aldilà. Prima però Fulci si prende un periodo di pausa: gira il tv movie Un uomo da ridere tratto da Pirandello con un ritrovato Franco Franchi, poi si butta a pancia sotto questo strano film, non un horror, si badi bene, ma non dissimile da un horror. Il titolo originale era Violenza, e calza a pennello, più dell'anonimo Luca il contrabbandiere, anche perché è la violenza a farla da padrone in una Napoli mai ritratta con occhio tanto spettacolare. Il cinema di crudeltà autardiana è al suo massimo, ancora prima di essere il marchio di fabbrica del regista, si pensi alla scena terribilmente lunga dello stupro di Ivana Monti ascoltata da un impotente Fabio Testi: l'uomo non si dispera, sgrana gli occhi, quasi assapora il dolore in una sorta di amplesso voyeuristico, si limita a dire no, ma né prima né dopo lo vediamo esternare la sua tragedia in un pianto umano. 



Luca Aiello assomiglia, in maniera meno spudorata, ad alcuni personaggi de Lo squartatore di New York (il Fulci più simile a cominciare dal martirio di Daniela Doria via telefono), ma se lì il sesso era qualcosa di marcatamente forte, sudicio, malato al pari del Maniac di Lusting, qui la carnalità è abolita malgrado le sue protagoniste spesso nude o in approcci intimi con casuali partner. Si è nella poetica fulciana più misogina dove le donne sono solo involucri di carne e sangue da fare esplodere, manichini messi in scena per una morte che rende tutto arte astratta modellata con fiamme ossidriche o a colpi di coltello. 

In Luca il contrabbandiere c'è una violenza insistita, superiore a qualsiasi noir/poliziesco girato prima o dopo, da vero horror splatter alla Fulci, con la nebbia tipo Fog che vomita assassini come zombi, con la solfatara di Pozzuoli che diventa la vasca de L'aldilà che divora e modella i corpi in ottiche surrealiste, con la calotta cranica che schizza orribilmente all'aria come in Paura. Poi le musiche di Frizzi e la fotografia, meravigliosa, di Salvati... sì siamo in territorio horror camuffato da altro, come lo era horror pure I quattro dell'Apocalisse e le sue atmosfere mortuarie. 



Luca il contrabbandiere è la sceneggiata noir partenopea alla Mario Merola che giunge al capolinea, Fulci ne rispetta le regole anche banali, camorra buona contro cattiva, la droga è merda viva il contrabbando che dà lavoro a tanti poveracci, obolo da pagare alla malavita che sembra abbia permesso di girare il film, ma poi infarcisce tutto del suo mondo, della sua poetica, tanto che alla fine la materia è così cambiata che non la riconosci e ti lascia spiazzato. Diavolo di un Fulci!

La recitazione è sopra la media, Ivana Monti è bravissima, Testi idem, ma tutto il cast è in forma. Delizioso poi il cammeo del regista, nel finalone tra vicoli e immondizia, con la mira scalcagnata di un eroe non eroe che forse mai ha sparato prima, momento di grande cinema imitato negli anni, ma mai eguagliato. D'altronde qui si fa sul serio, guagliò, non si gioca allo Stuntman Mike. 



La regia di Fulci è strepitosa  tra carrellate vertiginose e inquadrature perfette alla faccia della serie B. Contano i particolari anche nel tocco del maestro: vedere per credere la scena apparentemente banale della morte di Saverio Marconi, la telecamera parte dal corpo martoriato poi elegantemente zooma e mostra il Marsigliese, il francese Bozuffi, per posizionarsi davanti a lui e accompagnare il suo cammino mentre la faccia gli si altera e imbraccia il mitra. 

Sono segnali di uno stile che sublima a volte storie miserabili, di quel lepre che anche nei film più poveri ha permesso Fulci di essere Fulci alla faccia delle Terze madri di Argento e il loro essere ultracorpi malvagi di un regista un tempo grandioso. 

Fulci se la ride, anarchico figlio di puttana, con il suo sigaro che sostituisce la pipa storica, e regala un altro grande capolavoro, sconosciuto ai più, ma certamente da riscoprire.

Andrea K. Lanza



Luca il contrabbandiere 

Regia: Lucio Fulci 

Anno: 1980/Italia

Interpreti: Fabio Testi, Marcel Bozzuffi, Saverio Marconi, Ivana Monti, Guido Alberti Sceneggiatura: Ettore Sanzò, Gianni Di Chiara, Lucio Fulci, Giorgio Mariuzzo 

Fotografia: Sergio Salvati 

Musiche: Fabio Frizzi 

Produzione:Primex/C.M.R.

Durata: 97 min.



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