Alla radice del male

 La scienza il bene, il male è il mutante

(Dal retro della vhs)

Sulla Fullmoon di Charles Band ci eravamo già soffermati con l'interessante Shadowzone e ci ritorneremo molte altre volte visto l'infinità di titoli che non sono mai sbarcati in altri formati oltre la vhs. Questo Alla radice del male è uno dei tanti titoli usciti a inizio anni 90 dal basso profilo e pieni di terrificanti pupazzoni di peluche a fare la variante horror dei film sui Muppets. Però questo non significa che l'opera di Peter Manoogian, artigiano dalla più interessante carriera come assistente regista, sia brutta, è soltanto un onesto e indolore B movie senza pretese. 

La storia ricalca pesantemente il capolavoro L'invasione degli ultracorpi di Don Siegal (e per forza anche il bellissimo remake Terrore dallo spazio profondo di Philippe Kaufman) con una cittadina dove, a seguito della caduta di un meteorite, le persone cominciano a comportarsi diversamente, come se qualcosa li avesse privati dei sentimenti umani. La paranoia è dietro l'angolo, anche se la pellicola sembra più interessata alle metamorfosi uomini/alieni che analizzare l'interessante clima complottistico da guerra fredda. 


I rapporti tra i personaggi sono superficiali, le battute atroci ("Non sono più la tua farfallina accondiscendente" mette subito in chiaro la bella affittacamere Heidi Tucker al suo ex fidanzato, il geologo protagonista) e molte volte le scene si susseguono con un'incoerenza narrativa sbalorditiva. Lo stesso vale per le fondamentali e aristoteliche regole di spazio e tempo della messa in scena: capita che un momento prima è giorno e la sequenza dopo è notte come se il regista non se ne fosse curato in un'atmosfera di disincantata "buona la prima" di edwooiana memoria. 

A farla da padrone sono gli effetti speciali del grandissimo John Carl Buechler, a sua volta regista di cult come Troll o Ork e del capitolo più scatenato di Venerdì 13, il 7, quello dove il maniaco Jason lottava con una sorta di Carrie lo sguardo di Satana a colpi di machete e poteri ESP. I mostri sono solo tre, creature dall'aspetto di piante mostruose (una strisciante, una con le chele al posto delle braccia e una volante), e ricordano, soprattutto nell'idea di mutarli in un palla rotante, i ben più famosi Critters - gli extraroditori. Lo splatter scarseggia, ma non se ne sente il bisogno in un film debitore e citazionista dei grandi classici della scifi anni 50. 

L'escamotage del lungo flashback come narrazione, per camuffare probabilmente l'impossibilità di incollare le varie sequenze senza giorni in più di riprese, riesce per assurdo a conferire all'opera un'aria di pulp fantascientifico, prima che il termine pulp si sdoganasse nell'uso comune. Come, sicuramente per caso, avanguardistiche sono le riprese fatte da una bambina con la videocamera amatoriale nei boschi, sussulti imberbi di un genere, il mocku, che pochi anni dopo sarebbe esploso con The Blair Witch Project. Per il resto il film scorre veloce, fa sorridere per le sue ingenuità ("Se hai una pistola non sei un alieno") e si dimentica altrettanto in fretta. 

Il regista Peter Manoogian era un mediocre artigiano d'altronde e qui si riconferma tale, in un film che pecca di una certa paratelevisità della messa in scena. Tra le sue opere, quasi tutte dimenticabili, si possono salvare il divertente e folle Manhattan warrior, una specie di proto Die hard mischiato con I guerrieri della notte, e l'ambizioso Arena, scontri interstellari tra umani e alieni di ogni razza in giochi gladiatori. 


Tra gli attori si ricorda la bellissima Andrea Roth nei panni regi dell'eroina, interprete ancora attivissima, vista di recente nel truce slasher The collector e nella serie tv Rescue me, e l'anziano caratterista Bernard Kates, morto nel 2010 a quasi ottant'anni, e presenza fissa di tanto cinema e tv.  Holly Fields, la bambina del film (in realtà una ventitreenne anche piuttosto sviluppata), interpretò l'horror Wishmaster 2 di Jack Sholder per poi intraprendere una carriera totalmente inedita di doppiatrice di videogame e abbandonare (quasi) del tutto, senza pianti di nessun fan, la recitazione. Il resto del cast, compreso il simpatico protagonista Sam Hennings, già visto qualche anno prima nell'interessante La regina dell'inferno di Dominique Othenin-Girard, si specializzò nella tv, senza nessuna performance memorabile. 

La vhs, in un imbelle Dolby B NR, mostra una qualità d'immagine abbastanza nitida. Imperdonabile invece il doppiaggio amatoriale senza rumori di fondo, trattamento che gli inediti cinematografici, purtroppo, avevano spesso in quegli anni. 

Per fortuna, in tempi recenti, la Digitmovies ha resuscitato questo film, con un misto tra coraggio e suicidio kamikazen, su dvd nella sua collana Fright Vision. L'audio resta quello che è, ma la cura per l'edizione è encomiabile. Tra gli extra pure il dietro le quinte, cosa non proprio così scontata per un film non di così grande grido e con qualche annetto sulle spalle. Se siete curiosi di accingervi alla visione di un B movie tendente alla Z, made in Full moon, per anni perso in polverose vhs, ora non avete scuse. 

Andrea K. Lanza



Alla radice del male

Titolo originale: Seedpeople

 Anno: 1992

Regia: Peter Manoogian

Cast: Sam Hennings, Andrea Roth, Dane Witherspoon, Bernard Kates, Holly Fields, John Mooney, Anne Betancourt, David Dunard, Charles Bouvier, Sonny Carl Davis, J. Marvin Campbell, Matt Demeritt, Debbie Lee Carrington

Note: Conosciuto anche come "Dark Forest", "Sway".

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