Don't Panic (Dimensiones ocultas)

Con Don't Panic emerge, nel campo del cinema horror, il talento inespresso di Rubén Galindo Jr., autore di un interessante ma fallimentare Cementerio de terror. È la terza regia del nostro con Enemigos a muerte, uno strano ma entusiasmante dramma dalle tinte noir, violento e citazionista, un'opera molto diversa dal traballante esordio.

Don't panic non è solo un horror sulla scia di Spiritika, di un anno precedente, ma un film dalle incredibili intuizioni visive. Ritmo velocissimo, una mdp che si muove indiavolata, una fotografia di Miguel Araña e Daniel Lopez che, al pari di un Michael Mann votato alla serie B, diventa eccezionale soprattutto nelle riprese notturne, riescono a bilanciare le prove non eccelse degli attori, ma soprattutto una sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, che arranca di cliché.

La frase di lancio “Dimenticatevi Freddy e Jason. Virgil è il nuovo incubo in città” fa nettamente capire quali sono gli intenti del regista: la creazione di una figura di babau messicana, capace di competere con le icone horror che, nel 1987, facevano impazzire tutto il mondo. Freddy Kruger quindi e Jason Vorhees.



Ovviamente non ci riesce tanto anonimo è questo Virgil, uno spirito capace di passare di corpo in corpo, un po' come L'alieno di Jack Sholder, e spinto da un poco razionale spirito di vendetta. D'altronde in Don't Panic i ragazzi vengono uccisi solo perché hanno usato una tavoletta ouijia. Stop. Un po' poco per giustificare la mattanza di morti.

Non ci curiamo però della parte narrativa, ma delle invenzioni, come detto.

Michael, interpretato da Jon Michael Bischof, è uno studente statunitense, sbarcato in Messico con la madre, alcolizzata come scuola Craven vuole, per iniziare una nuova vita. Nel suo passato un padre assente, impegnato soprattutto con il suo lavoro, e un mondo nuovo da affrontare nel momento più difficile della vita, l'adolescenza. Si fa degli amici, persino una fidanzata, la bella Alexandra, interpretata da Gabriela Hassel, scream queen due anni dopo per René Cardona III e il cult Vacaciones de terror, ma ha dei problemi di natura kinghiana. Infatti il nostro è un veggente, un po' come il Johnny Smith di La zona morta. Vede le morti dei suoi amici, allo stesso modo del vanziniano Sotto il vestito niente, attraverso gli occhi di un assassino. In questa intuizione c'è tanto cinema del passato preso in prestito, ma anche a venire, da Final destination all'interessante Brainscan – il gioco della morte.

Ad un certo punto Rubén Galindo Jr. cita Halloween 2 di Rosenthal, dopo il Carpenter di Cementerio del terror, con una lunghissima scena, splendidamente costruita all'interno di un ospedale. Quello che manca al cinema di questo regista sono le morbosità tipiche dell'exploitation, la carne sempre più mostrata per essere prima desiderata e poi fatta a pezzi. Anche la scena di sesso tra Michael e Alexandra è tirata via, senza molto trasporto, una versione pudica e morigerata degli amplessi degli slasher a stelle e strisce, figli al ketchup di Porky's.



Non si può però non essere soddisfatti del make up, punto di forza degli horror del regista, stavolta affidato al talentuoso e geniale Screaming Mad George, uno degli effettisti più influenti del decennio successivo grazie al lavoro incredibile con Society di Brian Yuzna. Come di consueto negli slasher di Rubén Galindo Jr. se il sesso scarseggia lo stesso non si può dire con il sangue e noi ragazzacci possiamo godere di una coltellata, con tanto di pugnale che attraversa la bocca, che anticipa un omicidio molto simile che vedremo in Opera di Dario Argento.

Don't panic è puro anni 80 con le bici che diventeranno iconiche in Stranger Things, con i capelli vaporosi, i dialoghi quasi non sense e quel gusto assurdo nel vestirsi che oggi appare ridicolo. In più, per peggiorare il cringe, l'eroe si veste per la maggior parte della pellicola con un assurdo pigiama da ragazzino.

È vero che la trama frulla anche Nightmare 2 e Poltergeist, ma lo fa in maniera non aggressiva. Siamo davanti ad un'opera di contrabbando, che orecchia di qua e di là non dicendo nulla di nuovo, ma lo fa con la classe di un Tarantino che, un po' come Kant, prende dall'essenza una materia nuova, aurea.

Don't panic diventa quel film che in Italia abbiamo snobbato e che poteva essere un cult movie da portarci negli anni. Maledette le bandiere linguistiche e i distributori ignoranti!

Andrea K. Lanza



Don't Panic 

Titolo originale: Dimensiones ocultas 

Anno: 1987 Messico

Genere: horror (

Regia: Rubén Galindo Jr. 

Interpreti: Jon Michael Bischof, Gabriela Hassel, Helena Rojo, Jorge Luke, Juan Ignacio Aranda, Eduardo Noriega, Roberto Palazuelos, Edna Bolkan, Nora Torrero

Durata: 90 min.




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