Cementerio del terror

Ad Halloween, un gruppo di studenti di medicina ruba il cadavere di un serial killer da un obitorio e lo resuscita dalla morte, mettendo inavvertitamente se stessi e un gruppo di bambini del vicinato in pericolo.

Cementerio del terror è uno dei tanti (troppi) film horror non giunti da noi in Italia. Ne parla abbastanza bene Nicola Pezzella nel suo Il soprannaturale e il fantastico nel cinema messicano, tomo edito da Profondo rosso nel 2019:

Si tratta, comunque, del classico film da cineteca per il vero cinefilo dell'orrore” scrive il saggista facendo ovviamente notare i difetti di una pellicola che viene penalizzata soprattutto da una disastrosa sceneggiatura. Purtroppo il nostro è fin troppo generoso con un horror che ha quasi tutti difetti e ben pochi pregi.


Si percepisce l'amore per il nostro cinema italiano del terrore, soprattutto per i capolavori splatter di Joe D'amato, tra tutti il suo Antropophagus, ma anche e soprattutto per Lucio Fulci con un finale che riporta a Paura nella città dei morti viventi. Se Cementerio del terror non fosse del 1985 poi, lo stesso anno di Il ritorno dei morti viventi, si penserebbe ad un film nato sulla sua scia. Ci sono sicuramente influenze da parte di Evil dead con il libro che richiama in vita i deceduti ma non si tratta di creature cannibali come l'idea moderna dei revenants, da Romero in avanti, ci ha abituati. Anche Carpenter fa capolino con il suo Halloween, ma il tributo potrebbe essere anche al Rosso sangue che Aristide Massaccesi confezionò sulla scia di Michael Myers tanto che la figura dell'assassino, barba e corporatura massiccia, non può che riportarci a Luigi Montefiori. Le musiche di Chucho Zarzosa per limitare ai minimi possibili l'originalità poi si mettono a scimmiottare, a partire dai vocalizzi, quelle di Lalo Schifrin per Amityville horror (1978) di Stuart Rosenberg. Tutto sembra scritto e diretto per essere un film d'imitazione e di omaggio al cinema popolare che il regista Rubén Galindo Jr. e il suo sceneggiatore Carlos Valdemar sembrano amare fortemente. Uno spettacolo da drive in, da B movie divertente, splatter e facilmente digeribile. Solo che né Rubén Galindo Jr. Carlos Valdemar probabilmente hanno in mente di come si giri o si scriva un horror d'intrattenimento, quello che farà magistralmente, tre anni dopo, Kevin S. Tenney con lo stracult La notte dei demoni.

In primis il film si perde in una prima parte dove non succede quasi nulla mentre facciamo la conoscenza con un gruppo di adolescenti smaniosi di fare festa in una villa abbandonata. Di tette nemmeno l'ombra e questo fa presagire un po' un divertimento meno selvaggio. Nell'intro abbiamo assistito però all'attacco ai danni di una donna da parte di uno strano killer barbuto capace di uccidere solo con le unghie, affilatissime come un rapace, con la giusta dose di splatter e di protesi. Il lavoro sul make up è molto buono e questo lo si deve a Ken Diaz, un artista che lo stesso anno curerà gli effetti speciali di Ammazzavampiri di Tom Holland e di Legend di Ridley Scott. A non funzionare è la regia, abborracciata, incerta, incapace di donare alle immagini la giusta dose di suspense. Non lo aiutano mai gli attori che si muovono nella tetra linea del dilettantesco. Anche un imbolsito Hugo Stiglitz, protagonista di molti René Cardona Jr. e del cult lenziano Incubo nella città contaminata, sembra spaesato, al minimo storico.

Come detto, per circa 45 minuti, il nulla. Poi i nostri adolescenti per vincere la noia decideranno di trafugare il corpo di un serial killer, quello dell'inizio, e, recitate le formule di rito, apriranno le porte dell'inferno con l'introduzione di uno spirito sanguinario e di una legione di zombi usciti dal cimitero, per non farci mancare nulla. 


Tutto molto non sense, ma anche molto poco divertente con scene ripetitive, un montaggio che allunga il girato all'inverosimile e morti molto poche ispirate. Ci sono anche madornali errori di regia soprattutto quando una ragazza cade di schiena su un cadavere ed magicamente sopra di lui, faccia a faccia, mentre urla di terrore. Cementerio del terror non fa mai ridere, non spaventa, è solo un accumulo di idee da baraccone di luna park buttato così, un film tanto al kg che vorrebbe essere forse Hell night con Linda Blair ed è invece un guazzabuglio inenarrabile di sequenze e urla.

La pellicola non fu girata però in Messico e almeno nelle location, quella di Brownville in Texas, ha una certa dignità. Sembra una produzione Massaccesi di metà anni 80, elegante nelle location e piena di idee derivate, alla Dylan Dog degli esordi, un po' come succedeva (meglio) ne La casa 4 di Fabrizio Laurenti. Solo che in quel caso c'era una regia che qui manca.

Rubén Galindo Jr., all'epoca studiava al college negli States e fu chiamato dal padre, il regista e produttore Rubén Galindo per girare la sua opera prima. 

Inaspettatamente Cementerio del terror fu un successo in Messico. In parte lo si deve anche alla presenza nel cast di un'attrice, María Rebeca, un'interprete di telenovelas molto nota ed amata, celebre soprattutto per La niña de la mochila azul, uno strappalacrime diretto nel 1979 dal padre del regista.

La rivista Dicine, nel numero 17, dell'ottobre 1986 definì Cementerio del Terror: "il primo film splatter messicano il cui più grande -o unico- pregio risiede nel fatto che riesce a provocare momenti esilaranti dove dovrebbe esserci paura". Lo si girò con un budget tra i 45 e i 65 milioni di pesos dell'epoca e fu terminato in sei settimane.

Rubén Galindo Jr. farà meglio con due altre imitazioni del cinema horror popolari, gli interessanti Don't panic e Ladrones de tumbas, sempre sbilenchi ma confezionati, scritti e diretti con più professionalità.

Cementerio del terror è quel brutto film in vhs che avresti potuto pescare nel cestone della tua videoteca di fiducia, se solo fosse uscito in Italia. Certamente visto da ragazzo, magari, sarebbe potuto essere migliore, una madeleine che ora da adulto non digeriresti ma che da adolescente avresti probabilmente divorato con gusto magari volendo il bis. Successe con me, per esempio, con l'orribile I ragazzi del cimitero, amato non si sa perché a 16 anni. 

Andrea K. Lanza




Cementerio del terror 

Regia: Rubén Galindo Jr. 

Interpreti: Hugo Stiglitz, Erika Buenfil, Edna Bolkan, María Rebeca, Usi Velasco, José Gómez Parcero, Bety Robles, Leo Villanueva, Raúl Meraz, René Cardona III, Servando Manzetti

Anno: 1985/Messico 

Genere: Horror 

Durata: 91 minuti






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