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Funeral Home

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Vecchia visione su VHS Paragon , questo   Cries in the Night  (rititolato   Funeral Home  per la distribuzione USA nel 1982 a cura della Motion Picture Marketing ) dello specialista William Fruet è un'operina con molti difetti e tempi morti ma si ritaglia una bella nicchia nel mio pantheon cinematografico per svariati motivi. Prima di tutto perché starreggia Lesleh Donaldson , poi perché c'è Lesleh Donaldson e soprattutto per la presenza di Lesleh Donaldson , splendida ninfetta canadese del cinema horror   early eighties .  In ogni caso il film di Fruet, che è un autore che il sottoscritto apprezza molto in ambito  canuxploitation , può vantare, se non altro, una certa atmosfera opprimente e cimiteriale esaltata dalla bellissima partitura di Jerry Fielding e l'interpretazione spiritata di una professionista di lungo corso come Kay Hawtrey , che appare sempre sull'orlo di una crisi di nervi forse perché l'esaurimento nervoso le venne sul serio duran...

L'ora della violenza

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Non lo vedevo da vent'anni 'sto cazzo di The Substitute . Strano che non l'abbiano ancora tirato fuori per un papabile reboot o quel che volete, perché è proprio materiale adatto per una di quelle cosette alla The Equalizer (che ho cortesemente mandato affanculo, primi venti minuti a parte) ovvero protagonista taciturno e apparentemente innocuo che in realtà è un professionista dei calci nel culo. Dunque,  Tom Berenger è un mercenario disoccupato dopo una missione fallita a Cuba (è talmente incazzato che scaglia stellette ninja contro l'isola sulla cartina geografica) di ritorno dalla sua bella, Diane Venora , insegnante in una scuola di merda dove gli alunni non sono molto gentili. Anzi, la gang locale le fa spezzare una gamba da un tipo losco che sembra Steven Seagal (quello di oggi). Risultato, Tom non si scompone troppo e decide di improvvisarsi supplente per farla pagare ai bastardi, assistito dai suoi amiconi William Forsythe , Richard Brooks e Raymond Cruz ,...

Il ristorante all'angolo (1987)

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Quanta ignoranza in questo Blood Diner . Nel senso buono del termine, se mai ce n'è stato uno. Visto al cinema tantissimi anni fa, rimasi deluso (anzi, mi pare che mi incazzai proprio) perché il film non era quello che mi aspettavo, ovvero uno slasher violento e crudele speziato con un tocco di cannibalismo, così tanto per gradire.  Non mi accorsi ai tempi del substrato cultuale/underground portato di peso sul set da Jackie Kong e da Michael Sonye (sceneggiatore e frontman degli Haunted Garage ) né tantomeno mi immaginavo chi cazzo fosse il protagonista, Carl Crew . Ovvero un pazzo fottuto. E se un interprete, come avviene durante alcune bizzarre congiunzioni di pianeti, riesce a contaminare una produzione in modo tale da lasciare un marchio quasi indelebile sul risultato,  non saprei quale altro testimone chiamare alla sbarra, se non il vecchio Carl Albert Crew classe 1961,Vostro Onore. Al di là del gigantesco omaggio a Blood Feast e in generale al cinema brutto, sporco...

Omaggio a Gene Hackman: Le riserve

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 «La grandezza, per quanto breve, un uomo la porta sempre con sé.» ( Coach Jimmy McGinty ) Non potevamo di certo glissare, da queste parti, sulla dipartita del sommo Eugene Allen Hackman in arte Gene , scomparso con la moglie e con uno dei suoi cani in circostanze ancora non del tutto chiarite. La citazione posta qui sopra funziona come epitaffio ultimo e insostituibile di una gloriosa carriera che ci ha accompagnato dagli anni ottanta fino al 2004, anno in cui l'attore originario di San Bernardino, California decise di appendere i metaforici guanti al muro dopo la sua apparizione in Due candidati per una poltrona di Donald Petrie , forse sconvolto per aver dovuto dividere il cartellone con il Ray Romano di Tutti amano Raymond , una commedia brillante, piò o meno, che nonostante il titolo affibbiatole dalla distribuzione italiana, aveva ben poco di Landis e un bel po' di tedio. Tutto questo per dire che Gene è stato uno degli attori che più ci hanno intrattenuto e accompagna...

Non entrate in quella casa

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Devo fare ammenda e ritornare su alcune considerazioni poco delicate che ho sempre esternato nei confronti di questo Prom Night ovvero Non entrate in quella casa . Per farla breve c'è stato un periodo in cui l'ho sempre snobbato (non so quanto questo possa fregare a qualcuno, ma tant'è) e considerato come una nota a margine nel panorama del cinema horror anni ottanta. Forse a causa del mio amore viscerale nei confronti della saga di Venerdì 13 o forse per altri futili motivi, Prom Night non è mai riuscito a scavarsi una comoda nicchia nella cesta delle pellicole più ammirate dal sinceramente vostro. Ora, tutto questo spiegone non sta qui per dirvi quanto io oggi lo consideri un capolavoro incompreso o puttanate del genere. No, voglio solo ammettere che dopo ripetute visioni la pellicola del vecchio Lynch mi è in qualche modo "rimasta attaccata" e quanto oggi riesca ad apprezzarla nei suoi difetti e nelle sue cazzate. Non è poco. Partendo dal presupposto che lo s...

The faculty

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  È il 1998 quando Robert Rodriguez termina The faculty . Siamo ancora lontani dai fasti e dalle miserie che lo porteranno a girare Sin city e gli Spy kids , dagli esperimenti quasi pionieristici con le videocamere digitali al grido di rivalsa di un simpatico cazzaro con talento che ora vuole essere considerato artista. Robert , nel 1998, ha alle spalle il piccolo miracolo di El mariachi , girato con i soldi della mancia della nonna e venduto in tutto il mondo, uno strepitoso Desperado , l’amicizia nascente con Tarantino , e poco più. Anzi un po’ di più sì: è bravo, bravo da far paura, a livello tecnico è uno dei migliori registi sbarcati in America, qualcosa a metà tra il Sam Raimi più folle e il John Woo dei bei tempi passati, più bravo tecnicamente per esempio del buon Quentin . Il 1998 segna il suo incontro con un’altra promessa del cinema, questa volta horror, quel Kevin Williamson che scriverà Scream , So cosa hai fatto , metterà le mani sulla saga di Halloween , proverà...

Zattere, pupe, porcelloni e gommoni

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Con questo Up The Creek (1984) ovvero Zattere, pupe, porcelloni e gommoni andiamo (o meglio, vado) a sbattere contro un caposaldo della mia gioventù sprecata, cioè le commedie goliardiche che tanto mi attiravano al cinema grazie e soprattutto a titoli e locandine che sembravano promettere sconcezze e zozzerie come se piovesse, quindi il danno era bello che fatto. Qui, per entrare nello specifico, siamo alle prese con un prodotto ibrido, il risultato di una operazione chirurgica volta a creare un "mostro di Frankenstein" con pezzi presi da Animal House , Porky's e The Cannonball Run . Non a caso i protagonisti principali sono nientemeno che Tim Matheson ( Otter in Animal House ), Dan Monahan ( "Pipino" Morris nella saga di Porky's ) e Stephen "Sogliola" Furst , indovinate da quale film. Non che mi fregasse qualcosa dei protagonisti maschi. La promessa era una bionda in bikini su un gommone e Zattere... cercava di mantenerla con le grazie (...