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Il ristorante all'angolo (1987)

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Quanta ignoranza in questo Blood Diner . Nel senso buono del termine, se mai ce n'è stato uno. Visto al cinema tantissimi anni fa, rimasi deluso (anzi, mi pare che mi incazzai proprio) perché il film non era quello che mi aspettavo, ovvero uno slasher violento e crudele speziato con un tocco di cannibalismo, così tanto per gradire.  Non mi accorsi ai tempi del substrato cultuale/underground portato di peso sul set da Jackie Kong e da Michael Sonye (sceneggiatore e frontman degli Haunted Garage ) né tantomeno mi immaginavo chi cazzo fosse il protagonista, Carl Crew . Ovvero un pazzo fottuto. E se un interprete, come avviene durante alcune bizzarre congiunzioni di pianeti, riesce a contaminare una produzione in modo tale da lasciare un marchio quasi indelebile sul risultato,  non saprei quale altro testimone chiamare alla sbarra, se non il vecchio Carl Albert Crew classe 1961,Vostro Onore. Al di là del gigantesco omaggio a Blood Feast e in generale al cinema brutto, sporco...

Omaggio a Gene Hackman: Le riserve

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 «La grandezza, per quanto breve, un uomo la porta sempre con sé.» ( Coach Jimmy McGinty ) Non potevamo di certo glissare, da queste parti, sulla dipartita del sommo Eugene Allen Hackman in arte Gene , scomparso con la moglie e con uno dei suoi cani in circostanze ancora non del tutto chiarite. La citazione posta qui sopra funziona come epitaffio ultimo e insostituibile di una gloriosa carriera che ci ha accompagnato dagli anni ottanta fino al 2004, anno in cui l'attore originario di San Bernardino, California decise di appendere i metaforici guanti al muro dopo la sua apparizione in Due candidati per una poltrona di Donald Petrie , forse sconvolto per aver dovuto dividere il cartellone con il Ray Romano di Tutti amano Raymond , una commedia brillante, piò o meno, che nonostante il titolo affibbiatole dalla distribuzione italiana, aveva ben poco di Landis e un bel po' di tedio. Tutto questo per dire che Gene è stato uno degli attori che più ci hanno intrattenuto e accompagna...

Non entrate in quella casa

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Devo fare ammenda e ritornare su alcune considerazioni poco delicate che ho sempre esternato nei confronti di questo Prom Night ovvero Non entrate in quella casa . Per farla breve c'è stato un periodo in cui l'ho sempre snobbato (non so quanto questo possa fregare a qualcuno, ma tant'è) e considerato come una nota a margine nel panorama del cinema horror anni ottanta. Forse a causa del mio amore viscerale nei confronti della saga di Venerdì 13 o forse per altri futili motivi, Prom Night non è mai riuscito a scavarsi una comoda nicchia nella cesta delle pellicole più ammirate dal sinceramente vostro. Ora, tutto questo spiegone non sta qui per dirvi quanto io oggi lo consideri un capolavoro incompreso o puttanate del genere. No, voglio solo ammettere che dopo ripetute visioni la pellicola del vecchio Lynch mi è in qualche modo "rimasta attaccata" e quanto oggi riesca ad apprezzarla nei suoi difetti e nelle sue cazzate. Non è poco. Partendo dal presupposto che lo s...

The faculty

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  È il 1998 quando Robert Rodriguez termina The faculty . Siamo ancora lontani dai fasti e dalle miserie che lo porteranno a girare Sin city e gli Spy kids , dagli esperimenti quasi pionieristici con le videocamere digitali al grido di rivalsa di un simpatico cazzaro con talento che ora vuole essere considerato artista. Robert , nel 1998, ha alle spalle il piccolo miracolo di El mariachi , girato con i soldi della mancia della nonna e venduto in tutto il mondo, uno strepitoso Desperado , l’amicizia nascente con Tarantino , e poco più. Anzi un po’ di più sì: è bravo, bravo da far paura, a livello tecnico è uno dei migliori registi sbarcati in America, qualcosa a metà tra il Sam Raimi più folle e il John Woo dei bei tempi passati, più bravo tecnicamente per esempio del buon Quentin . Il 1998 segna il suo incontro con un’altra promessa del cinema, questa volta horror, quel Kevin Williamson che scriverà Scream , So cosa hai fatto , metterà le mani sulla saga di Halloween , proverà...

Zattere, pupe, porcelloni e gommoni

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Con questo Up The Creek (1984) ovvero Zattere, pupe, porcelloni e gommoni andiamo (o meglio, vado) a sbattere contro un caposaldo della mia gioventù sprecata, cioè le commedie goliardiche che tanto mi attiravano al cinema grazie e soprattutto a titoli e locandine che sembravano promettere sconcezze e zozzerie come se piovesse, quindi il danno era bello che fatto. Qui, per entrare nello specifico, siamo alle prese con un prodotto ibrido, il risultato di una operazione chirurgica volta a creare un "mostro di Frankenstein" con pezzi presi da Animal House , Porky's e The Cannonball Run . Non a caso i protagonisti principali sono nientemeno che Tim Matheson ( Otter in Animal House ), Dan Monahan ( "Pipino" Morris nella saga di Porky's ) e Stephen "Sogliola" Furst , indovinate da quale film. Non che mi fregasse qualcosa dei protagonisti maschi. La promessa era una bionda in bikini su un gommone e Zattere... cercava di mantenerla con le grazie (...

Demoni 3

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Umberto Lenzi era molto entusiasta di questo suo  Demoni 3 . Almeno a parole. Sulle pagine del fondamentale Spaghetti nightmares di Luca M. Palmerini e Gaetano Mistretta dichiarava: " Ho lavorato intensamente per tre mesi su Black Demons, un horror che ritengo senza dubbio il mio capolavoro (...) girato in presa diretta americana. Parla di alcuni schiavi negri uccisi un secolo fa in una fazenda i quali, riportati in vita per mezzo di una macumba girata "dal vero", si vendicano di chi ne causò la morte ". Quindi un horror con un rito voodoo autentico, una pellicola maledetta, stando sempre a sentire i racconti del suo autore: " Le riprese sono state abbastanza pericolose (sul set successero anche delle stranezze...) e l'effetto che la macumba provoca sulle nostre coscienze e sulle nostre credenze religiose, pur senza mostrare dettagli "gore",  è molto impressionante ". Tutte belle parole, senza dubbio, in un periodo, quello d'inizio a...

Via Montenapoleone

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Sicuramente è sacrosanto infamare i Vanzina ( Carlo alla regia ed Enrico alla sceneggiatura) per tutte le brutture, ai limiti del vedibile, fatte dagli anni 90 ad oggi, ma altrettanto ingiusto sarebbe dimenticarsi le cose belle girate negli 80, la loro decade d'oro. Se un loro titolo cult come Sapore di mare è stato abbondantemente rivalutato anche da una critica di vecchi tromboni storici, come il Morandini , rimangono ancora considerati male, se non di più, opere altrettanto riuscite come l'agrodolce Vacanze di Natale , i thriller Mystère e Sotto il vestito niente , lo scatenato Vacanze in America e i sociali Via Montenapoleone , Le finte Bionde e Miliardi . Sul piano del successo di pubblico niente da dire: chi più, chi meno, questi film hanno portato tanti soldoni nelle tasche dei due figli di Steno e dei loro produttori. Sul discorso invece della qualità, dagli esperti di settore allo stesso pubblico che ha riempito le sale, tutti sembrano unanimi: gran cazzate...