Sono davvero emozionato di partecipare ancora con i miei fratelli di blog alla rassegna Notte horror. Come sempre l'appuntamento è il martedì, purtroppo senza Festivalbar, alle 21 e alle 23. A me tocca questa volta la tarda serata, ma con un film importante, uno di quelli che mi hanno fatto amare il cinema horror, Dovevi essere morta di Wes Craven. Purtroppo, causa troppo lavoro arretrato, non sarò io a recensirlo, ma una delle penne che stimo di più, Domenico Burzi, colui che con me nel 2013 o giù di lì creò l'idea di Malastrana vhs. Con la nascita frizzante di Malastrana rated X posso tornare, blog puro e sincero, a ricoprire questo spazio assieme ai miei meravigliosi compagni di avventure. La prossima volta il 5 settembre, alle 21 stavolta, toccherà a La casa 5 di Fragasso, ma oggi in prima serata è il turno del meraviglioso Il blog di Tony con Friday 13th parte 6 ovvero Jason vive. Prima di lasciarvi a Domenico e alla Sam robot dello struggente melò teen di Craven, vi ricordo che nelle settimane scorse probabilmente vi siete persi delle straordinarie recensioni: il 4 luglio c'è stata La bara volante con Killer Machine e Il Bollalmanacco di Cinema con Nightmare 6, l'11 luglio Il Zinefilo con Waxwork e Solaris con Ring, 1'8 luglio La fabbrica dei sogni con Hellraiser III e per chiudere The Obsidian Mirror con il baviano La casa con la scala nel buio. Vi lascio sotto il cartellone della rassegna. Buona lettura e alla prossima!
Andrea K. Lanza
Dovevi
Essere Morta si rivelò un
progetto a “doppio taglio” per Wes
Craven. In cerca di una
agognata riabilitazione da squallido exploiter a regista degno di
lavorare con un Major (in questo caso la Warner Bros.) Craven accettò
di girare questo Deadly Friend
affidandone la sceneggiatura a
BruceJoel Rubin.
Ma il tentativo di realizzare una storia d’amore macabra servita
con una confezione mainstream affondò a causa di un piccolo
dettaglio: il suo nome.
Quando
i piani alti si accorsero di chi avevano realmente per le mani,
imposero una serie di re-shoots e cambiamenti di tono che, a sentire
Craven e Rubin, alterarono irrimediabilmente l’anima “originaria”
della pellicola (leggete senza indugi la ricostruzione degli eventi
redatta da Joseph Maddrey in Deadly
Friend: An Autopsy). Che,
almeno per chi scrive, rimane uno film più interessanti e meritevoli
di analisi nella filmografia del regista di Clevelando, Ohio.
Il
film è, in realtà, farina del sacco della scrittrice Diana
Henstell, autrice di Friend
ovvero il bastione su cui
poggia tutta la struttura di Deadly
Friend, una struggente storia
di amicizia e morte tra due bambini vittime del cinismo infinito
degli adulti. Paul “Piggy” Conway, figlio di divorziati, si
trasferisce in altra città con la madre nevrotica; bullizzato da
coetanei e adulti, Piggy trova conforto nell’amicizia con Samantha,
a sua volta vittima di crudeli abusi da parte del padre. Quando la
giovane amica viene uccisa senza pietà dal genitore alcolizzato,
Piggy, un piccolo genio delle cibernetica, risveglia Samantha
innestandole un microchip appartenuto al robot da lui stesso creato e
distrutto dal vicino. Che Craven e Rubin volessero creare un’opera
lontana dall’horror tout court (leggi Nightmare
– Dal Profondo della Notte)
è sostanziato dalla fedele trasposizione dell’atmosfera
malinconica e crepuscolare del testo originario, con qualche
inevitabile e necessario cambiamento per accontenatre una certa area
demografica del pubblico pagante. Quindi, via i bambini dentro gli
adolescenti (Matthew Laborteaux
e Kristy Swanson).
Ma
chiunque si aspettasse giovani in fregola sminuzzati da killer
mascherati o entità soprannaturali rimase confuso dalla visione di
Deadly Friend,
dove i sottotesti sessuali che pure ci sono, vengono centellinati ad
arte e relegati alla sfera degli adulti ovvero padri incestuosi e
madri annoiate o assenti. Craven, cercando di allontanarsi il più
possibile dalla sua “creatura”, circumnaviga il problema di base,
ma approda inevitabilmente su lidi noti e temuti. La stessa suburbia
di A Nightmate On Elm Street
ricompare tale e quale in Deadly
Friend raddoppiandone la
grettezza e la meschinità. La storia d’amore impossibile tra Paul
e Samantha è ostacolata da genitori alcolizzati, bulletti di
quartiere, polizia inutile e una fiducia positivista nella scienzia
che risulta alla fine una prigione ed un’arma a doppio taglio. Come
si diceva in apertura. Craven guarda a Starman
di Carpenter ma si ritrova
ancora con i piedi immobilizzati nel pantano di Elm Street. Il che
non è necessariamente un male, poiché Deadly
Friend, pur non rappresentando
al cento per cento la visione del Craven “autore”, riassume in
maniera brillante i topoi della sua opera.
“Macabro”
è un aggettivo abusatissimo che si adatta perfettamente al cinema di
Craven, citando la Treccani, macabre
dalla locuzione danse
macabre, alterazione di danse
de Macabré, propriamente
detto di una raffigurazione della morte in forma di scheletro o per
estensione, di cosa o visione spaventosa, sia per la presenza di
cadaveri, sia perché truce, orrida in sé. Cose c’è di più
orrido e truce di un gruppo di debosciati che mangiano e bevono dopo
aver massacrato due ragazze, di un subumano che stacca la testa di un
canarino a morsi bevendone il sangue in modo osceno, di un letto che
erutta un geyser di sangue. Sono immagini dalla grande valenza
simbolica, in grado di colpire il pubblico sotto la cintura,
grattando via la patina di perbenismo borghese rivelando un affresco
malsano degno di Buono Legnani.
Craven
non è mai stato un regista “citazionista” sia per formazione
culturale sia per il suo apprendistato nella sottocultura del cinema
di pura exploitation, ma Deadly
Friend regala attimi di
sublime ingegno e sottili spaventi gotici degni di entrare nel
pantheon del cinema horror degli anni ottanta, a patto di immergersi
nel gotico suburbano allestito da Wes Craven speziato con una
malcelata ironia che molti rischiano di non comprendere o derubricare
come goffaggine. Vedere per credere la famigerata scena
dell’esecuzione di Anne
Ramsey, nel ruolo della megera
Elvira Parker; in casa, da sola, corrosa dal rancore e dalla
cattiveria, ha dapprima un visione di Samantha, ormai risvegliata e
pronta a calare l’ascia della vendetta, dietro alla finestra della
casa di fronte. Rifugiatasi nella sua tana, Elvira imbraccia la
fedele doppietta pronta a reprimere ogni trasgressione del suo status
quo, ma un pallone da basket rimbalza misteriosamente nel salotto,
annunciando la morte come Operazione
Paura di Mario Bava e
diventando di fatto veicolo di vendetta e distruzione, spappolando il
cranio della vecchia così come la stessa Elvira aveva “scoperchiato”
il cranio di BB, il robot/vendicatore/protettore costruito da Paul
come sostituto della figura paterna, portando così, indirettamente,
alla creazione di Samantha. Con un crane shot Craven si allontana
dalla veranda di Elvira per entrare direttamente nella camera di Paul
raggiunto tramite una morbida carrellata che lo trova a letto
addormentato; lo stesso pallone da basket, foriero di cattivi
presagi, entra rimbalzando sul pavimento entrando direttamente
nell’inquadratura, Paul si sveglia e vede qualcosa che gonfia le
lenzuale insinuandosi subdolamente nel letto, gonfiandolo come un
ventre gravido. Levate le lenzuola, Paul, inorridito, vede il padre
di Samantha, carbonizzato perché in precedenza ucciso per vendetta
dalla figlia, scavarsi una via di ritorno sbucando dal letto. Ancora
una volta Elm Street. Ancora una volta incubi (imposti dalla
produzione). E qui torniamo al Craven inedito (o quasi)
citazionista. Quando Paul mostra con malcelato orgoglio al suo amico
Tom quello che è diventata in realtà Samantha, Craven riprende
l’entrata in scena di Kristy Swanson come se stesse filmando Elsa
Lanchester in La
Moglie di Frankenstein.
Deadly
Friend potrebbere essere, ed
in parte lo è, considerato come una nota a margine nella filmografia
di Craven, ma pur non toccando le vette struggenti del romanzo, in
cui, nel finale, Piggy insegue Samantha nel bel mezzo di una bufera
fino a gettarsi con lei nel fiume comprendendo finalmente che “cosa
è l’amore vero”, regala al pubblico uno spaccato adolescenziale
triste e malinconico che Carrie
White (ampiamente citata nel
finale appiccicato dalla produzione) potrebbe perfino apprezzare,
magari salutando con un cenno di riconoscimento la giovane Samantha
nei lunghi corridoi della scuola.
Domenico Burzi
Dovevi essere morta
Regia: Wes Craven
interpreti: Kristy Swanson, Matthew Laborteaux, Michael Sharrett, Anne Twomey, Anne Ramsey
Della casa 5 mi occuperò io, ma ora sto terminando il mio romanzo di Kung fu ambientato in Sicilia. Una follia. Craven è uno dei miei registi preferiti e Dovevi essere morta diventa più bello ad ogni visionare. Solo che da ragazzino aveva un fascino unico. Spero sempre in Deadly friend 2, magari diretto da Kevin Williamson
Questo film è un pezzo di cuore, beccato per puro caso in videoteca all'incirca nel 1990 e subito amato: per anni è stato l'unico film a me noto di Wes Craven! Amavo le 4 Grandi C (Carpenter, Cameron, Craven e Cronenberg) ma tutti per i film "sbagliati", cioè non quelli citati dalle riviste giuste :-P Kristy Swanson ancora oggi la adoro e la seguo negli stupidi filmetti televisivi che TV8, Rai2 e TopCrime mandano di tanto in tanto, è ancora una donna stupenda e per me sarà sempre Bibi...
P.S. L'ho citata e l'ho evocata! La prossima domenica Kristy Swanson alle 15.35 sarà cattivissima su Rai2, ne "Il lato oscuro della mia matrigna" (2018), invece sarà grintosa mamma d'azione alle 17.40 su TopCrime ne "Il volto dell'assassino" (2015). Un double feature imperdibile per chi si è innamorato di Bibi ^_^
Ciao^^ Finalmente riesco a leggerti! Ho veramente poco tempo. Non conoscevo il film, a dir la verità, ma sono un fan di Craven, è un regista visionario che riusciva a passare tra un film all'altro dalla crudezza più realistica alla visione più onirica; bell'articolo :)
Probabilmente ci sarà oggi un fuggi fuggi generale nel leggere questo titolo. La tomba. Ai più, soprattutto i lettori dai capelli ancora scuri, tornerà (forse) alla memoria un terribile film italiano di inizio millennio, girato da un Bruno Mattei in fase creativa terminale, un baraccone di luci laser e cartapesta da fare invidia all'attrazione egizia di Gardaland . Ecco lì si poteva trovare tutto il peggio del cinema horror italico condensato in una sola pellicola tra il miserabile e il commovente, il tentare di fare un film anche con un digitale da porno casalingo, l'aggrapparsi ad un passato glorioso di luci e cottillon quando il presente è povertà e gas staccato. Bruno Mattei resterà nei nostri cuori per Virus o altre riuscite follie horror, ma non di certo per La Tomba . State comodi comunque, tirate un sospiro di sollievo e riprendete i pop corn da terra. Oggi si parlerà di un'altra La tomba . Dobbiamo fare un passo indietro e torniamo ad inizio anni 80, il meravigl
Continua il contributo di Malastrana rated X al giro di blog illustri dedicati a Notte Horror. Come l'altro appuntamento devo cedere il posto al fido Domenico Burzi che di certo non vi deluderà. È tempo di Clyde Anderson, o meglio Claudio Fragasso , con La casa 5, un horrorazzo non disprezzabile su streghe vestite da spose nere e il diavolo che fa tanto L'esorcista. Peggio di La casa 4 ma meglio della 3 del compianto Umberto Lenzi , ma di certo nulla a che spartire con Evil Dead e Sam Raimi . Seguirà in seconda serata su La bara volante dell'amico raptor Cassidy , il lovecraftiano Re- animator 2 . Con questo è tutto. Arrivederci al prossimo anno. Andrea K. Lanza Chi si ricorda di “ Notte Horror ” non può non amare (o detestare) la “C” gigante a forma di falce stampata sui titoli della filiera di sequel apocrifi appiccicati al successo del film di Raimi. Personalmente, ho una predilezione tutta particolare per La Casa 4 di Laurenti, ma il film di Fragasso, qui co
Con grande tristezza ci apprestiamo a recensire questo Sesso Bendato di Lawrence L. Simeone , tristezza infinita poiché non potremo più vedere sui nostri schermi la bellissima Shannen Doherty , scomparsa il 13 luglio dopo una lunga lotta contro il cancro maledetto. Shannen è stata una presenza costante della mia infanzia sprecata, era la ragazzina ne La casa nella prateria poi materializzatasi adolescente in Vita col nonno fino a Beverly Hills 90210 guardato di soppiatto perché, dai, come si fa a vedere quella cazzata di Beverly Hills, che invece guardavo proprio per lei. Potevamo scegliere qualche altro film, ma Sesso bendato – In balia dell'assassino è l'unica pellicola che ci poteva venire in mente, il film che ci fece vedere qualcosa che in TV potevamo solo intuire in tempi non sospetti quando operazioni di questo genere avevano ancora il sapore di una trasgressione effimera ma pur sempre trasgressione, tanto che l'operina di Simeone, prodotta dalla Saban Film
Della casa 5 mi occuperò io, ma ora sto terminando il mio romanzo di Kung fu ambientato in Sicilia. Una follia. Craven è uno dei miei registi preferiti e Dovevi essere morta diventa più bello ad ogni visionare. Solo che da ragazzino aveva un fascino unico. Spero sempre in Deadly friend 2, magari diretto da Kevin Williamson
RispondiEliminaQuesto film è un pezzo di cuore, beccato per puro caso in videoteca all'incirca nel 1990 e subito amato: per anni è stato l'unico film a me noto di Wes Craven! Amavo le 4 Grandi C (Carpenter, Cameron, Craven e Cronenberg) ma tutti per i film "sbagliati", cioè non quelli citati dalle riviste giuste :-P
RispondiEliminaKristy Swanson ancora oggi la adoro e la seguo negli stupidi filmetti televisivi che TV8, Rai2 e TopCrime mandano di tanto in tanto, è ancora una donna stupenda e per me sarà sempre Bibi...
P.S.
RispondiEliminaL'ho citata e l'ho evocata! La prossima domenica Kristy Swanson alle 15.35 sarà cattivissima su Rai2, ne "Il lato oscuro della mia matrigna" (2018), invece sarà grintosa mamma d'azione alle 17.40 su TopCrime ne "Il volto dell'assassino" (2015). Un double feature imperdibile per chi si è innamorato di Bibi ^_^
Kristy Swanson forever and ever!! Peccato che la sua carriera sia scivolata nella zona Z
RispondiEliminaCiao^^
RispondiEliminaFinalmente riesco a leggerti! Ho veramente poco tempo.
Non conoscevo il film, a dir la verità, ma sono un fan di Craven, è un regista visionario che riusciva a passare tra un film all'altro dalla crudezza più realistica alla visione più onirica; bell'articolo :)
Visto poco tempo fa, non male, e per essere un film "minore" si fa tuttavia abbastanza ricordare ;)
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